A quanto pare, le nuove generazioni non hanno mai sposato l’idea del lavoro per la vita. Se c’è un pensiero che accomuna i ragazzi di oggi è che nulla è immutabile…è per questo che la ricerca di un nuovo impiego non fa paura ai giovani che scelgono sempre più spesso di fare job hopping.
Ma di cosa si tratta? Nato in America, ma sempre più diffuso in tutta Europa, sta prendendo piede anche in Italia la tendenza a cambiare lavoro più o meno ogni 2 anni (letteralmente: “saltare da un lavoro all’altro”). E non importa se questo comporta una buona dose di rischio: in palio ci sono grandi aspirazioni, ambizioni e, soprattutto, nessuna voglia di scendere a compromessi!
Il tanto ambito posto fisso, dunque, sembra aver lasciato spazio alla flessibilità, alla soddisfazione personale e alla gratificazione economica. Cambiare lavoro, infatti, sembra preferibile all’attesa di un aumento da parte dell’azienda in cui già si lavora.
Tuttavia, una domanda sorge spontanea: il job hopping fa bene al CV? Avere sul proprio Curriculum molte (ma brevi) esperienze di lavoro come viene visto dai recruiter?
Se fino a qualche tempo fa la fedeltà all’azienda era vista come un valore e si guardava con circospezione a chi cambiava lavoro sistematicamente, oggi le regole sono diverse! Certo, i pregiudizi sono ancora tanti, per non parlare dello stress che può derivare da una certa instabilità. Cambiare troppo spesso azienda, peraltro, potrebbe, nel lungo termine, compromettere il proprio profilo professionale determinando una scarsa profondità delle competenze acquisite, ma fare job hopping per ampliare il proprio network di conoscenze, sviluppare nuove competenze e raggiungere un più alto grado di soddisfazione economica sembra funzionare.
È bene sottolineare che in fase di colloquio i lavori precedenti andrebbero presentati nel modo corretto, ovvero come tappe di un percorso personale unico e coerente finalizzato al raggiungimento di obiettivi ben delineati, anziché come un susseguirsi di compartimenti stagni. Sarà utile dimostrare come ogni esperienza abbia contribuito a sviluppare competenze utili al lavoro per il quale ci si sta candidando e a riaccendere la motivazione.
Al momento, in Italia, il fenomeno del job hopping sembra funzionare principalmente nel mondo delle professioni digitali, soprattutto in seguito ai grossi investimenti in trasformazione tecnologica fatti dalle aziende negli ultimi anni, ma tutto lascia presagire che la stessa direzione sarà presto intrapresa anche da molte aziende che operano in ambiti professionali completamente differenti.